martedì, giugno 13, 2006

Il signor J

Il signor J è ancora nella sua macchina. Fissa quella lieve crepa nel vetro anteriore. Osserva. Teorizza. Concretizza. La crepa è colpa sua. E’ stato l’urto della sua testa con il vetro a causarla.
Concretizza di nuovo. Si sfiora la fronte con la mano libera dalla cintura di sicurezza e nota del sangue. Sorride il signor J. E’ ancora vivo.
Ora si gira verso l’altra macchina, dimentico del dolore lancinante che proviene dalla base del suo collo. E’ lontana ed appoggiata al guard-rail, buia nel suo interno, come un animale selvaggio addormentato in attesa del giorno.
E’ stato uno scontro violentissimo. Un frontale come solo nei film americani. Il signor J è entrato come un folle nella corsia opposta, in cerca di una vittima inconsapevole. Un estremo sacrificio per la sua vita nata per sbaglio.
Clack. Il signor J si è liberato dalla stretta oppressiva della cintura di sicurezza ed ora è in strada. Si avvicina zoppicando verso l’altra macchina. Deve accertarsi che l’altro sia morto. Che il suo sacrificio non sia stato vano.
Mentre cammina, i suoi occhi si soffermano sull’uniforme scia di sangue tracciata dai suoi piedi e concretizza di nuovo. Il miracolo di esser ancora vivo.
E’ a qualche metro dalla macchina ormai. La figura nella penombra all’interno tenta un piccolo movimento, testimonianza che la vita scorre anche il lui.
Due miracoli in una sola notte. Due miracoli che saranno tra poco resi vani dalla mano di un semplice essere umano.
Il signor J resta immobile ancora per qualche secondo. Poi il suo braccio da il via alla parabola finale.
Afferra la pistola che qualche ora prima aveva sfiorato la testa di un’altra persona. La pistola che ha già commesso peccato.
Apre la portiera il signor J. Vuole guardare dritto negli occhi il possessore di quella vita che a momenti sarà spezzata.
E’ una donna. Nemmeno tanto male. In un’altra occasione sarebbero stati amanti. Chi può dirlo.
Nemmeno un secondo ricorda. Nemmeno un secondo di esitazione o i pensieri annebbieranno il tuo scopo.
Bang. Dalla canna dell’arma esce del fumo. Dalla donna solo sangue.
Nessun anima sgusciata fuori.
Possibile che si sia sbagliato di nuovo?

lunedì, giugno 12, 2006

Diario di bordo 12/06/06

Ore 10.50
Sono di nuovo qui, seduto davanti al mio portatile in una “mezza pausa” dalla smisurata mole di lavoro che ho in questo periodo.
Volevo solamente usare un piccolissimo spazio di questo blog per tirare le somme e fare un’analisi dettagliata dell’ultimo anno.
Dunque.
Sono tornato da Napoli riprendendo la vecchia vita che avevo lasciato nello sgabuzzino.
Ho ripreso il mio lavoro, le mie relazioni, la mia routine.
Ho sofferto per quello che ho lasciato alle spalle… amici,feste, lezioni, pranzi e cene, posti e persone da scoprire…
Ho lasciato la mia ragazza. Credo si parlasse di incompatibilità di carattere.
Mi sono appassionato alla politica fino ad urlare per tutta la notte con chi non la pensava come me.
Ho iniziato ad apprezzare (ed amare) cose che non avevo mai letto prima.
Ho colmato parte della mia ignoranza cinematografica buttandomi a pesce sui grandi registi che non avevo mai scoperto.
Ho ascoltato in estasi persone che ora mi mancano da morire!
Ho scritto tanto, ma davvero tanto!
Ho scoperto nuovi gruppi, cantato nuovi pezzi.
Ho osservato persone del tutto diverse da quelle che avevo conosciuto prima.
Ho guardato avanti….. ed ho visto una grande noia……
Ho bevuto, fumato fino a sentirmi male.
Ho riscoperto delle amicizie che ormai credevo perse.
Ho detestato persone che avevo creduto amiche da sempre.
Ho disegnato fino a finirmi le mani.
Ho buttato via un' intera scamorza credendola ormai scaduta!
Ho osservato la notte con una sigaretta in mano.
Mi sono svegliato ridendo come un idiota.
Mi sono comportato da idiota per tutta la mia vita! Ma quando metterai la testa a posto Ale?
Ho fatto il bagno in mare per un’intera notte.
Ho giocato a basket contro un ragazzo di colore ed ho perso.
Ho letto “The Game” di Neil Strass e l’ho applicato.
Ho studiato programmi su programmi, linguaggi informatici su linguaggi, stili di disegno su stili.
Ho lavorato per la NOKIA. Cazzo, figata!!!!
Ho vissuto delle domeniche pomeriggio ai limiti della depressione.
Ho rischiato di morire vedendo uno spettacolo di Beppe Grillo.

Ho fatto tantissime altre cose….. ma, onestamente…… trovo davvero triste piangermi addosso per almeno 20 righe!!!!
Diciamo che tra un anno (forse) sarò ancora qui a piangermi addosso.
Ergo… quello che mi aspetta da qui ad un anno,sarà davvero interessante….

P.S. Se stasera col Ghana facciamo una figura di merda mi ritroverete qui, depresso come solo Marvin di "The Hitchhiker's Guide to the Galaxy" può essere!